Sentire le notizie di guerra ci fa paura, suscita in noi la compassione verso le persone in pericolo, rabbia contro i potenti che sono la causa di guerra ecc. Ma non sappiamo cosa significhi vivere nel paese dove la guerra porta via la casa, le persone care, ogni sicurezza per la vita e per il futuro.

Non abbiamo sperimentato cosa vuol dire scappare dai bombardamenti in un luogo più sicuro mentre suonano le sirene sia di giorno che di notte,  non avere acqua quando senti la sete, non avere luce per cucinare quel poco di cibo che ti resta per oggi, non sapere se domani avrai da mangiare, se rivedrai i tuoi cari …

Le notizie ci lasciano sconvolti quando sentiamo che ogni giorno muoiono massacrate migliaia di persone: giovani, bambini, anziani. È indescrivibile ciò che sente una persona nel cuore in queste situazioni. C’è solo la speranza che domani finirà l’incubo della guerra e si potrà rivedere i propri cari vivi e abbracciarli.

Vogliamo condividere con voi la storia di una famiglia ucraina che ospitiamo nella nostra casa a Torino. È una famiglia semplice con tre figli: la figlia sedicenne, due maschietti di 9 e 4 anni. Vengono da Vuhledar la cittadina periferica di Donetsk, chiamato comunemente Dombass. Vivevano la guerra per loro era notizia giornaliera dal 2014, ma intensificandosi i bombardamenti hanno dovuto prendere delle decisioni difficili. Hanno lasciato partire tre figli con la vicina di casa che aveva intenzioni di partire con la macchina in Polonia portando al sicuro loro figli. Sono arrivati alla frontiera la polizia ha fatto passare lei ma i bambini no perché non erano suoi. La sorte di questi bambini era nelle mani di volontari che cercavano in ogni modo di contattare i genitori tante volte senza riuscirvi perché alcune regioni dell’est sono senza copertura a causa dei bombardamenti. Dopo 3 giorni i genitori in continua ricerca di rete per avere notizie dei loro figli sono riusciti sentire la figlia che li ha raccontato la loro situazione. Anna con marito senza esitare hanno preso documenti e necessario per il viaggio sono riusciti prendere il pullman che arrivavano per evacuare la gente. Dopo dei giorni si sono incontrati con i figli e avevano intenzione di tornare a casa loro ma i volontari non lo hanno permesso perché troppo pericoloso, li hanno fatto salire sul pullman che partiva per Italia. Hanno lasciato la casa le loro mamme senza avere nessuna notizia di loro. Li abbiamo accolti a casa nostra e cerchiamo di non farli mancare niente. La loro storia è una di tante e hanno bisogno del tempo per riprendere a vivere dopo i traumi della guerra ogni rumore è causa dello spavento per i bambini che hanno visto con i loro occhi passare davanti alla casa i carri armati i soldati russi con i fucili e minacciando chi incontravano per strada.

Vogliamo ringraziare sentitamente, assieme alla famiglia Porodin, a tutti voi per l'aiuto che avete dato e continuate dare a questa famiglia che si trova nel bisogno.

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